Categoria: Approfondimenti, esempi applicativi e opportunità
Data: 09/05/2014
Un’efficace rimozione degli imbrattamenti presuppone un’accettabile grado di selettività specifica: ecco alcuni gruppi di sostanze di agevole reperibilità.
Premessa: Un’efficace rimozione degli imbrattamenti presuppone un’accettabile grado di selettività specifica: capacità di agire nei confronti della sostanza all’origine della macchia senza comportare alterazioni significative del materiale edile. Per ottenere questo scopo è possibile ricorrere all’attitudine specifica di rimozione di alcuni gruppi di sostanze di agevole reperibilità.
Nell’impiego dei prodotti citati è opportuno evitare che le soluzioni degli stessi, assorbite dalla porosità del materiale edile da ripulire, trasportino l’imbrattamento ancora più profondamente.
È quindi consigliabile valutare, caso per caso, l’opportunità di trasformare la sostanza individuata in un “impacco”, utilizzando, a questo proposito, supporti costituiti da talco, farina fossile, calce idrata o altri prodotti in polvere. Ad imbrattamento eliminato deve essere previsto un lavaggio con acqua, protratto sino ad allontanare ogni residuo della sostanza impiegata.
In genere rimuovono, con uno strato sottile del materiale edile, l’imbrattamento presente sulla superficie; peraltro, tutti i detergenti di comune impiego, contengono, in genere, modeste quantità di acidi organici. Una formulazione ricorrente è data, per esempio, da acido citrico in soluzione acquosa al 15% addizionato con un agente bagnante. Altrettanto comune è l’impiego di acido formico, acido acetico, acido fosforico ecc. Il più comune acido cloridrico, per quanto efficace ed economico, deve essere utilizzato con molta cautela e solo in soluzioni estremamente diluite.
Benzolo, xilolo, tetracloruro di carbonio sono molto efficaci nello sciogliere imbrattamenti oleosi, di bitume ecc. E’ però indispensabile tenere presente la loro infiammabilità e la possibile tossicità. È altresì importante operare predisponendo adeguati supporti assorbenti per evitare il trasporto in profondità, nel materiale edile poroso, la sostanza da rimuovere.
Si tratta, in genere, di prodotti tensioattivi capaci di portare in emulsione oli e grassi.
Fra i più classici è possibile ricordare l’ipoclorito di calcio e di sodio. Sono n genere piuttosto efficaci nell’eliminare imbrattamenti da inchiostro oltre a funghi, alghe ecc.
Bagnare la superficie con una soluzione formata da 1 parte di citrato di sodio in 6 parti d’acqua; ripetere il trattamento, a brevi intervalli, per almeno dieci minuti. Cospargere quindi la superficie con iposolfito di sodio in forma cristallina (simile allo zucchero) ricoprendo i cristalli con una pasta assorbente inumidita. Lasciare asciugare la pasta per almeno 10 minuti ed allontanarla quindi con acqua calda e pulita. Ove necessario ripetere il trattamento.
Applicare una pasta assorbente costituita 1 parte di cloruro di ammonio e 4 parti di talco alla quale si aggiunge ammoniaca sino ad ottenere una pasta densa. Lasciare essiccare la pasta e quindi rimuoverla. Se necessario ripetere il trattamento sino alla totale rimozione dell’imbrattamento (lavare a fondo con acqua).
Asportare la parte più consistente dell’imbrattamento assorbendolo con una polvere (calce idrata, sabbia finissima, ecc.); lavare la superficie con detersivo; coprire la superficie con calce idrata contenente un solvente energico (p.e. tricloroetilene o benzolo); lasciare asciugare per almeno un’ora; rimuovere la pasta essiccata; ove necessario ripetere il trattamento. E’ anche possibile intervenire con detergenti alcalini e quindi con acqua che emulsiona l’olio e ne agevola la rimozione.
Portare in condizione “fragile” il bitume raffreddandolo con ghiaccio e procedere quindi alla rimozione meccanica; eventuali modesti residui potranno essere eliminati con polvere abrasiva ed acqua.
Spazzolare la superficie interessata con polvere abrasiva ed acqua evitando il ricorso a solventi che potrebbero favorire la penetrazione profonda dell’imbrattamento. È anche possibile intervenire con solventi organici (benzolo, xilolo, tetracloruro di carbonio) tenendo in debito conto la loro infiammabilità e la possibile tossicità e, ciò premesso, operando con adeguati supporti assorbenti per evitare il trasporto in profondità, nel materiale edile poroso, della sostanza da rimuovere).
Utilizzare soluzioni concentrate di acidi tamponati, tensioattivi anionici e non ionici ad elevata biodegradabilità, con specifici inibitori di corrosione (DETERG – A), previa diluizione del prodotto in acqua in funzione della natura e delle dimensioni delle incrostazioni e/o delle rilevanze saline da rimuovere, stendere la soluzione con spruzzatore o spazzola, lasciare agire per qualche minuto e quindi lavare con acqua abbondante.
È possibile intervenire sia con prodotti ad elevata ecologicità che provvedono autonomamente alla totale eliminazione degli insediamenti in un tempo attivo di alcune settimane (CONSILEX ANTIMUFFA REMOVER) che con prodotti di più immediata efficacia, con biodegradabilità superiore al 95% (CONSILEX ANTIMUFFA CLEANER).
Trattare con pasta abrasiva e quindi lavare con uno straccio imbevuto di ipoclorito di sodio. Per la successiva pitturazione, ove prevista, utilizzare prodotti ad elevata protezione specifica (della serie PROTECH).
Se gli imbrattamenti non risultano asportabili con la gomma bagnare la superficie con una soluzione acquosa di nitrato di sodio (200 grammi/litro) e quindi scaldarla con una fiamma a gas (bruciando così il carbonio).
Se si tratta di pitture fresche assorbirle con carta assorbente e/o con stracci e lavare successivamente con polvere abrasiva ed acqua. Se si tratta di pitture indurite utilizzare uno sverniciante specifico (VERNISTAC). In ogni caso evitare i solventi che potrebbero provocare la penetrazione più profonda della sostanza ’imbrattante.
Trattare con paste assorbenti imbevute di perborato sodico sciolto in acqua calda; se persiste una macchia blu ripetere il trattamento; se rimane una macchia bruna (sali di ferro) applicare citrato sodico con le modalità indicate per la ruggine. Per inchiostri sintetici ricorrere a soluzioni candeggianti a base di ipoclorito di sodio, ammoniaca ecc. o applicare una pasta assorbente con candeggiante.
Trattare ripetutamente la superficie con una soluzione di acqua ossigenata al 3%.
Trattare e schiarire con bisolfito di sodio in soluzione acquosa (25 grammi/litro).
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