Calcestruzzo per strade poderali esposte al gelo

Categoria: Approfondimenti, esempi applicativi e opportunità
Data: 25/03/2015

Indicazioni per la definizione del calcestruzzo e del tipo di finitura nella costruzione di strade poderali esposte al gelo

Calcestruzzo per stradelli poderali esposti al gelo  

01 – Considerazioni preliminari

Le note che seguono si riferiscono alla definizione qualitativa e prestazionale del calcestruzzo da utilizzarsi nel previsto intervento di rifacimento degli stradelli interni ad un Golf Club, sito nell’area collinare Mugello. I dati di riferimento della pavimentazione, previsti dal committente, sono riassumibili con:

02 – Definizione della classe di esposizione per il calcestruzzo

L’esposizione di servizio della pavimentazione in oggetto, di tipo esterno, compresa nelle aree critiche inte-ressate dal possibile verificarsi di fenomeni di congelamento delle acque meteoriche “gelo/disgelo”, forni-sce un primo orientamento per la definizione del calcestruzzo che dovrà essere progettato, confezionato e posto in opera. L’esposizione considerata inoltre, consente di adottare le opportune determinazioni in relazione al tipo di finitura ammissibile, con particolare riferimento all’opportunità, o meno, di prevedere liscia-ture e/o spolverature superficiali con finalità indurenti. 


Sulla base delle considerazioni sopra riportate è necessario definire il parametro qualificativo rappresentato dalla classe di esposizione del caso in esame:

La norma UNI EN 206-1:2001 “Calcestruzzo - Specificazione, prestazione, produzione e conformità”, nel pa-ragrafo 4.1 - ”Classi di esposizione riferite all’azione dell’ambiente” prevede una serie differente di classi di esposizione in funzione delle effettive condizioni di servizio. Nel caso in esame, il riferimento appropriato è dato dalla Classi di esposizione XF3 : Elevata saturazione d’acqua senza agente antigelo. (Superfici orizzon-tali di calcestruzzo esposte alla pioggia ed al gelo) – ed XF4 : Elevata saturazione d’acqua con agente antige-lo. (Pavimentazioni, strade ed impalcati esposti alla pioggia, al gelo ed agli agenti antigelo). Per le “Classi di esposizione” in esame i parametri essenziali caratterizzanti il calcestruzzo sono rappresentati da : 

La normativa citata contempla, per la Classe di esposizione XF4, la prescrizione di includere aria nel calcestruzzo, al fine di creare delle “camere di compensazione”, con lo scopo di contenere gli aumenti di volume conseguenti al congelamento dell’acqua comunque presente nel calcestruzzo.

L’inclusione d’aria avviene attraverso l’addizione di specifici agenti aeranti che debbono fornire le presta-zioni definite, soprattutto da : l’efficacia dell’inclusione d’aria nel calcestruzzo è condizionata dalla dimen-sione delle bolle  (50 – 200 micron) e dalla massima distanza di ciascun punto del conglomerato, dalle pare-ti della bolla “spacing factor”. Per quest’ultimo parametro il valore ottimale è compreso nell’intervallo fra mm 0,1 e 0,2.

03 – Calcestruzzi compositi, fibrorinforzati resistenti al gelo/disgelo

I calcestruzzi fibrorinforzati sono da considerare fra le più aggiornate acquisizioni in termini di tecnologia e terotecnologia,  per la costruzione di pavimentazioni esterne resistenti ai cicli gelo/disgelo, in grado di assicurare le “attese” prestazioni di resistenza all’usura, al traffico ed al logoramento.


La presenza di fibre, tridimensionalmente diffuse nel calcestruzzo, comporta sensibili miglioramenti reologici e prestazionali: Le tensioni da ritiro plastico, significativamente presenti tanto nel calcestruzzo ordina-rio quanto nel calcestruzzo armato vengono drasticamente ridotte, i fenomeni di affioramento (bleeding) particolarmente perniciosi per la “durabilità” delle superfici di calcestruzzo esposte vengono significativa-mente compensati ed anche la penetrazione dell’acqua viene sensibilmente ridotta. 


04 – Ipotesi compositiva (mix-design indicativo)

Nella tabella che segue viene delineato il mix-design indicativo, coerente con le note esposte, da considera-re come orientamento per le prove di qualificazione del calcestruzzo.

05 – Definizione del tipo di finitura superficiale

Lo spolvero indurente, ha il compito “teorico” di migliorare la resistenza all’abrasione e la funzione antipolvere dell’estradosso delle pavimentazioni in calcestruzzo. È in genere rappresentato da una miscela anidra (40/60%) di cemento ed aggregati selezionati (quarzi più o meno qualificati) che viene “spolverata”, in mi-sura variabile fra 3 e 5 kg/m2, sul calcestruzzo costituente la lastra di pavimentazione quando lo stesso è nelle prime fasi di rapprendimento.

Le fasi di applicazione dello spolvero accentuano la vulnerabilità del calcestruzzo in termini sia di “canaliz-zazione verticale da bleeding in fase plastica” che di “affioramento all’interfaccia” e, in taluni casi, attraver-so l’indesiderato inglobamento di strati d’aria che possono determinare vere e proprie discontinuità orizzontali (Blistering).

La presenza dello strato indurente oltre a non impedire la permeazione dell’acqua negli strati di calcestruzzo sottostanti (permeazione che può comunque svilupparsi sia lateralmente che attraverso i giunti e le fes-surazioni), focalizza la permeazione persistente dell’acqua nella pasta di cemento corticale del calcestruzzo, favorendo l’instaurarsi delle condizioni di saturazione critica. Lo strato indurente inoltre, opponendo una resistenza iniziale all’espansione per congelamento dell’acqua, amplifica le conseguenze tensionali e distruttive.
La realizzazione di lisciature superficiali in fase plastica presentano inconvenienti analoghi: incrementano la densità superficiale e la quantità di legante negli strati corticali, attraverso l’azione meccanica di lisciatura. 

Le esperienze consolidate dimostrano come sia gli spolveri indurenti che la densificazione per lisciatura, presentino, nei pavimenti esterni esposti al gelo, elevati livelli di criticità.  Per le esigenze protettive, antia-brasive ed antipolvere di queste pavimentazioni debbono essere quindi esclusi i metodi usualmente rap-presentati dalla lisciatura meccanica.

06 – Definizione del tipo di finitura protettiva

QL NANO LITHIUM per le peculiarità che lo contraddistinguono, è particolarmente adatto per la  realizza-zione della finitura superficiale di superfici di calcestruzzo esposto alle intemperie ed ai cicli gelo-disgelo. 

QL NANO LITHIUM è un indurente chimico/meccanico nano-tecnologico, non pellicolare, a base di silicati di litio, per il consolidamento corticale, l'indurimento chimico superficiale, la protezione nei confronti dei cicli gelo-disgelo ed antipolvere di pavimentazioni in calcestruzzo. Può essere applicato sia su pavimenti esisten-ti che nelle nuove pavimentazioni. In questo caso ne è consigliabile la stesura, immediatamente dopo la frattazzatura, al fine di utilizzarne, al meglio, anche le prestazioni stagionanti.

QL NANO LITHIUM Limita in modo considerevole (90%) l’insorgere di fessurazioni nella fase di maturazione.
QL NANO LITHIUM Contribuisce ad attenuare e impedire la reazione alcali-aggregati” (ASR).
QL NANO LITHIUM Sostituisce completamente le “corazzature” con spolveri di quarzo. 
QL NANO LITHIUM fornisce superfici resistenti all’abrasione, all’acqua ed alle vicende atmosferiche.
QL NANO LITHIUM E' resistente ai raggi UV e rimane stabile nel tempo.

07 – Prodotti AZICHEM contemplati

Fibre polipropileniche tipo READYMESH PM 180 (1,5 kg/m3)

Additivo aerante FLUID AIR (4,5 - 5 kg/m3)

Indurente chimico superficiale nano-tecnologico QL NANO LITHIUM (0,07 – 0,1 kg/m2)

Edoardo Mocco

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