Codice: FLR.0236
Componenti: 1
Aspetto: Liquido
Ritardante di presa in soluzione acquosa da applicare, mediante pompa airless a bassa pressione, sulle superfici di calcestruzzo fresco, per permettere di poter asportare mediante idrolavaggio, uno strato corticale di pochi millimetri, e quindi esporre gli inerti costituenti il conglomerato cementizio. Specifico per la realizzazione di pavimenti di valenza paesaggistica/ambientale con la tecnica del "ghiaietto lavato".
Resistente ai raggi UV
Non infiammabile
Peso specifico: 1.03 kg/dm³
Conservabilità: 6 mesi
Temperatura di applicazione: +5 / +35 °C
Esente da solventi
- Azzurro
- Tanica da 10 kg
- Tanica da 25 kg
- Tanica da 5 kg
Disattivante di presa superficiale, in soluzione acquosa, pronto all'uso; a base di polisaccaridi, catalizzanti specifici ed agenti antischiuma, permette di inibire la reazione di idratazione del cemento e rallentarne la velocità di presa, solo per uno strato superficiale di pochi millimetri, non alterando in alcun modo le caratteristiche prestazionali della pavimentazione in calcestruzzo.
Il principio attivo di PRERIT SOLUTION è soprattutto rappresentato da un sale sodico dell’acido gluconico, altrimenti noto anche come “sodio gluconato” che, ottenuto per fermentazione del glucosio, forma chelati stabili con diversi metalli, specialmente nelle soluzioni alcaline del tipo acqua/cemento.
Il sale sodico dell’acido gluconico, che rappresenta il principale componente attivo di PRERIT SOLUTION, è un composto di origine naturale, biodegradabile (sino al 98% dopo 2 giorni), esente da tossicità, da rischi di sensibilizzazione e da effetti irritanti, usualmente utilizzato sia in prodotti destinati al contatto con l’epidermide, quali le creme per viso e corpo, gli shampoo, i balsami, i saponi, i prodotti per make up. ecc. che, in molteplici versioni, come additivo alimentare per la regolazione dell’acidità.
PRERIT SOLUTION non è un prodotto stagionante specifico. La sua azione è volta a protrarre più a lungo la prima fase di idratazione del cemento, caratterizzata dalla formazione di un “gel” cementizio, temporaneamente impermeabile. Si può quindi sostenere che la presenza sulla superficie del conglomerato, di un gel in grado di opporsi ad una evaporazione rapida, dell’acqua di impasto, svolga un’efficace azione di curing.
Il fatto che PRERIT SOLUTION venga poi rimosso, per mettere in luce gli aggregati superficiali del conglomerato, non modifica la positiva valutazione dell’azione di curing poiché, come è noto, il periodo di massima criticità per il calcestruzzo, sotto il profilo degli effetti nocivi di una rapida evaporazione dell’acqua, è proprio rappresentato dalle prime ore dopo il getto.
Da 0,10 a 0,15 kg di PRERIT SOLUTION per ogni metro quadrato di superficie da disattivare.
Realizzazione di pavimenti in calcestruzzo ad alto pregio estetico con la tecnica del "ghiaietto lavato" (estradosso con aggregati "a vista").
Mettere in opera e frattazzare, con le usuali modalità, un calcestruzzo confezionato sulla base delle esigenze di progetto e delle prescrizioni di norma.
PRERIT SOLUTION deve essere utilizzato puro (senza diluizione). Con il calcestruzzo ancora nella condizione “fresca”, applicare mediante nebulizzazione il ritardante di presa, nella quantità determinata nelle prove preliminari, in funzione della profondità di “lavaggio” desiderata. Solitamente, per una profondità di inibizione sino a 2-3 mm, il dosaggio di prodotto è pari a circa 100 - 150 g/m².
Indicativamente dopo un tempo variabile tra le 2 e le 24 ore, provvedere all’asportazione della pasta di cemento superficiale ritardata, con idrolavaggio a pressione che può andare dai 120 ai 200 bar, mettendo in mostra il ghiaietto superficiale. I tempi e le pressioni di lavaggio dipendono dalle condizioni climatiche in cui si sta effettuando l'opera, il mix design del calcestruzzo e altre variabili. Fare prove preliminari per calibrare al meglio questi importanti parametri.
- Nebulizzazione airless a bassa pressione
- Acqua
- Calcestruzzo
- Massetti di sottofondo
L'effetto estetico è sensibilmente influenzato dalla profondità di asportazione dello strato corticale di calcestruzzo. Per ottenere risultati di proprio gradimento, si consiglia di effettuare test preliminari con i materiali e nelle condizioni di lavoro che caratterizzeranno la lavorazione. I tempi di ritardo e lo spessore del lavaggio dipendono infatti da diversi fattori quali il tipo di cemento, la quantità di cemento, la distanza tra la centrale di betonaggio e il cantiere di scarico, il rapporto acqua/cemento, la temperatura del calcestruzzo fresco, la temperatura ambiente, la ventilazione ecc..
Effettuare la fase di idrolavaggio entro 24 h dal giorno di realizzazione della pavimentazione; un'attesa eccessiva potrebbe compromettere l'efficacia dell'inibizione e dunque non permettere la corretta riuscita dell'effetto "ghiaietto lavato".
NOTA BENE: le condizioni termiche estive possono condizionare la durata del periodo di attesa ammissibile prima dell'idrolavaggio asportativo della superficie della pavimentazione finita.
Per ridurre gli effetti citati è possibile ricorrere a moderati sovradosaggi del prodotto applicato (dopo opportune prove preliminari).
Vuoi saperne di più sui nostri prodotti?